La II racconta la visita al Museo delle Automobili della Polizia di Stato

LA VISITA AL MUSEO DELLE

AUTOMOBILI DELLA POLIZIA DI STATO

Classe II

La visita ha lasciato nei bambini di II molte emozioni. Innanzitutto hanno molto apprezzato l’affabilità con cui il poliziotto Gianfranco, “la nostra guida”, spessissimo nominato durante la conversazione, li ha guidati  attraverso il museo e hanno ricordato che all’inizio della mattinata ha invitato i  bambini maschi a lasciare il posto sulle sedie alle femmine, in segno di cavalleria.

Tante sono state le suggestioni che hanno espresso, soprattutto per quanto riguarda il significato del lavoro  della Polizia che, fino al momento di questa visita, tendevano ad identificare esclusivamente rispetto all’usare  le armi in ogni circostanza. Hanno capito che la Polizia si dedica ad aiutare le persone e che   l’eventuale violenza  può essere giustificata solo nei casi in cui sia necessario  difendersi.

Hanno riferito del fatto che “la nostra guida” non ha mostrato  la pistola e che ha spiegato  di come sia fondamentale che  chi possiede un’arma la tenga ben nascosta e inaccessibile a chiunque, perché costituisce un grave pericolo il maneggiarla anche inavvertitamente.

Inoltre ha molto colpito i bambini  il fatto che per aiutare gli altri dobbiamo  prendere esempio dagli animali, che d’istinto sono portati ad aiutarsi, e che possiamo usare la nostra intelligenza per trovare le strategie per aiutare coloro che hanno bisogno di noi.

Sono rimasti  affascinati, inoltre, di come la Polizia sia attenta a proteggere proprio tutti, anche le persone che arresta, a cui i poliziotti pongono  la mano sulla testa quando le fanno entrare nella macchina in modo da evitare che si possano far male, avendo le mani bloccate dalle manette.

Si sono ricordati le 5 caratteristiche dei mezzi di polizia: La targa con su scritto “polizia”; il colore delle automobili azzurro e bianco; la sirena; le luci lampeggianti; la radio per poter comunicare con gli altri veicoli e, soprattutto, con la centrale operativa.

Hanno ricordato la domanda che Gianfranco ha posto loro rispetto a chi possano difendere nel gruppo  e del fatto che abbia sottolineato che siano da difendere soprattutto coloro che sono presi in giro “ dai bulli”.

Sono rimasti colpiti poi, dalla quantità e dalla diversità delle auto esposte e dal simbolo della pantera, presente fin nelle auto più vecchie.

Hanno imparato i colori delle prime auto che erano  nere come la pantera e hanno capito, quindi, anche il significato del simbolo attuale.

Hanno conosciuto  i nuovi colori: rosso amaranto o cremisi (  il colore delle auto della polizia dopo il nero), il grigio-verde o verde-militare e hanno imparato che il colore bianco-azzurro si vede meglio di notte rispetto agli altri e che, per questo, è stato scelto da un certo momento in poi.

Molti autoveicoli hanno colpito la loro attenzione: il motocarro meccanico, chiamato anche “mulo”, in grado di percorrere le stesse strade impervie del mulo; il cellulare, che non era un telefono ma serviva per il trasporto- uomini;  la Giulia e la Giulietta con la storia del perché del nome …; il Cingolato o “gatto delle nevi”; l’automobile delle  prime poliziotte;  la piccola 500, protagonista in versione gialla di un noto cartone animato e che hanno visto materializzarsi con meraviglia; e … ultima,  ma grande protagonista delle loro riflessioni, la Lamborghini nella quale sono entrate “ prima suor Alberta e poi le maestre”.

Li ha molto colpiti il fatto che questa potentissima auto sia guidata solo da venti poliziotti che hanno frequentato un corso speciale e, soprattutto che sia usata per il trasporto di sangue o di organi  da trapiantare.  Molti  hanno disegnato, ben visibile, la valigetta con la croce rossa che “Gianfranco ci ha mostrato”.

Infine i bambini hanno ricordato la presenza nel museo di due cavalli in legno, simbolo del  primo mezzo di locomozione della polizia.

L’insegnante ha letto poi una frase che era scritta su uno dei pannelli:

“ La fiducia è tutto: è la forza comune che ci permette di costruire il futuro” ( Carlo Azeglio Ciampi)

E su questa tutti hanno espresso i loro pensieri.

È stata una visita molto interessante e che ha colpito molto i bambini che a casa hanno partecipato tanti consigli che Gianfranco aveva dato come ad esempio l’uso di internet o il mettersi la cintura in macchina.

Grazie dunque di cuore, anche a Francesco che ci ha accolti con il sorriso e al paziente autista.

Un grazie grande a tutta la Polizia che sappiamo nostra amica.

 

La classe Seconda  Primaria dell’Istituto Santa Dorotea di via Matera in Roma